ph. Giuseppe Orofino


IL SANTUARIO

Sull’origine del Santuario della Madonna del Pollino, che si fa risalire ai primi decenni del XVIII secolo (1700), nessun documento scritto si trova nell’archivio parrocchiale di San Severino, né altrove. 

Le brevi notizie presenti sono state tramandate a voce di generazione in generazione. 

Secondo la tradizione popolare la storia del Santuario comincia tra il 1725 e il 1730…

 

“La tradizione comincia con un’apparizione della SS. Vergine ad un pastore che, tra i monti del Pollino, ricchi di folti e alti alberi, conduceva al pascolo il suo gregge. Vivamente impressionato dalla visione avuta, il pastore la divulgò rapidamente; e di bocca in bocca, quell’insolito avvenimento fu appreso in tutti i paesi circostanti. Tutti ripetevano: “E’ stata vista la Madonna, circonfusa di luce, bella come il sole!”

Poiché quelli eran tempi di costumi semplici, di sentimenti religiosi più puri e più forti di oggi, chi sa in quanti fedeli sorse il desiderio di andare nella montagna, sperando di vedere anch’essi, se ne fossero degni, la SS. Vergine.

Senonché, forse non a caso, in San Severino Lucano, una donna di nome Rosa Maria, spinta dal suo forte sentimento religioso, cercò risolutamente la compagnia di sua cognata Vittoria, vedova convivente in casa sua, per andare al monte. Una mattina, infatti, presero entrambe a percorrere l’aspra e faticosa via che conduce al Pollino, col cuore trepidante, recitando preghiere, e preparandosi con spirito a pregustare le dolcezze di una visione sovrana: quella della SS. Vergine!

Narra la tradizione che la Rosa Maria aveva lasciato in casa il marito Antonio Perrone, affetto da lunga e inguaribile malattia, e il figliuolo immerso ancora nel sonno, a nome Michelangelo, che poi fu prete. Giunte sulla montagna, le due donne si aggirarono per lungo tempo sul luogo dove, dalle indicazioni ricevute, presumibilmente la SS. Vergine era stata vista dal fortunato pastore. Dopo aver tanto camminato, esse sentivano gran sete e non potevano in nessun modo dissetarsi per mancanza d’acqua. Con preghiera fervorosissima si rivolsero alla SS. Vergine, affinché, se degne di vederla a faccia a faccia, almeno ne ricevessero la grazia di poter trovare un pò d’acqua per estinguere l’arsura. A breve distanza da loro, improvvisamente videro sgorgare uno zampillo d’acqua da una grossa pietra conformata a conca. Accanto a questa pietra apportatrice di acqua limpida e fresca, di cui si dissetarono, videro l’apertura di una grotta, nella quale si sentirono misteriosamente attirate e vi entrarono.

All’interno della grotta, le due donne si accorsero della presenza di una cassa, coperta da pietrame e terriccio. Con le mani tremanti, e servendosi di verghette di legno, riuscirono ad aprire la cassa e al suo interno, avvolta da un grosso panno di lana era avvolta una piccola statua della SS. Vergine col Bambino, quasi intatta, ma alquanto scolorita e sciupata nei lineamenti.

Le due donne, col cuore ricolmo di gioia, ritornarono alla propria casa, dove trovarono Antonio miracolosamente guarito, in compagnia del piccolo Michelangelo quieto e tranquillo.

Al loro racconto commovente, Antonio s’inginocchiò in mezzo alla casa e fece voto che, condotto al più presto da esse sul luogo del ritrovamento della Statua, avrebbe fatto colà costruire una Cappella, dopo la raccolta del danaro occorrente, questuando per tutti i paesi circonvicini al monte, sia della Basilicata che della Calabria. 

E si compiacque farla costruire sul ciglio dello sperone roccioso che tutti hanno toccato con i propri piedi, nell’intendo di renderla visibile anche dalle contrade più lontane, dalle quali occhi lagrimosi e cuori devoti avessero potuto pregare la Regina Celeste…”

(Scritto dal Rev. Sac. Prof. Prospero Cirigliano nel 1929 e riportato nel libro “SAN SEVERINO LUCANO” di Don Camillo Perrone)

 

Attualmente il complesso del santuario comprende la chiesa, alcuni locali annessi per il servizio e la dimora del clero e del personale addetto alla custodia del Santuario, la Casa del pellegrino per l’accoglienza dei fedeli e per coloro i quali vogliono vivere alcuni giorni di profonda spiritualità. 

La chiesa, ampliata nel 1870, è in stile simil romanico, a tre navate e rientra nel contesto dell’architettura popolare del territorio.

Il Santuario è un punto di riferimento religioso per numerosi fedeli della Calabria settentrionale e del sud della Basilicata ed è aperto tutti i giorni dalla prima domenica di giugno, alla seconda di settembre.


(Foto home Umberto Genovese)